Luigino Michieletto - Responsabile Ricerca e Sviluppo
Cosa c’entra la tecnologia con l’acqua minerale? È una domanda provocatoria, ma in effetti l’Engineering è nel DNA di San Benedetto perché da sempre la nostra ricerca mira alla riduzione dell’impatto ambientale dei nostri processi e dei nostri prodotti, sia riducendo l’uso della materia prima e aumentando l’impiego di materiale riciclato, sia con l’ottimizzazione del processo produttivo. Io mi occupo di sviluppo e supervisione di nuovi prodotti e di nuove soluzioni nell’Area tecnica Ricerca e Sviluppo di cui sono responsabile. Semplificando molto, la mia giornata comincia con una verifica di tutti gli stabilimenti, sia italiani che esteri e la gran parte del mio lavoro è relativa alla sfera dell’innovazione tecnologica. Fra le attività che svolgo vi è la misurazione dell’impatto attraverso il modello di Ecodesign sviluppato con l’Università di Padova e il controllo dei risultati tramite una scheda che certifica i miglioramenti ambientali conseguiti, dalla riduzione di plastica alle minori emissioni.
È un lavoro che non si ferma mai e regala risultati sorprendenti, come la linea Ecogreen, una delle sintesi più riuscite non solo delle ricerche ma anche delle scelte che intraprendiamo ogni giorno. Il nostro punto di partenza per ridurre l’impatto ambientale è sicuramente la progettazione della bottiglia e degli elementi del packaging, che va di pari passo con i processi produttivi perché riducendo la manipolazione delle materie prime diminuiscono gli scarti di produzione, i consumi energetici e i trasferimenti. Pensiamo agli aspetti principali che definiscono la forma di una bottiglia di acqua minerale: design e materiali. Noi utilizziamo il PET, un materiale completamente riciclabile, che non essendo deteriorato dal processo di riciclo è utilizzabile all’infinito. In più, la bottiglia in PET è prodotta nello stabilimento dove l’acqua viene imbottigliata, permettendoci di risparmiare trasporti e imballaggi e di abbattere le emissioni di CO2eq.
Ed ecco che il nostro obiettivo di proporre soluzioni innovative e di miglioramento volto alla sostenibilità ambientale dell’azienda si realizza. C’è molto di più, però. Essere parte di questo gruppo significa conoscerne innanzitutto la filosofia, i valori che stanno alla base, quali innovazione, rapidità, efficienza e minor impatto sul sistema. Il mio motto è “Per gestire bisogna conoscere”, ma non sempre è facile entrare nella visione controcorrente di San Benedetto e soprattutto trasmetterla alla squadra su tutti i livelli e per tutte le funzioni di cui si compone l’engineering.
L’esperienza in San Benedetto mi ha insegnato che per svolgere al meglio questo lavoro non basta essere un esperto di innovazione tecnologica, ci vuole anche empatia perché le persone sono importanti. Comprenderle è essenziale: solo così possiamo ottenere il massimo in termini di idee, intuizioni e soluzioni, perché le persone si sentono motivate. Per me questo è il 33° anno in San Benedetto e aver abbracciato questo modus operandi è stato fondamentale, è ciò che rende San Benedetto unica.