Per il mio lavoro, è essenziale avere capacità di analisi dei dati e di problem solving, e propensione all’obiettivo. Sono importanti la flessibilità, in quanto ogni giorno si approcciano tematiche diverse, la capacità di ascolto e l’intelligenza emotiva: mettere le persone e i loro problemi al centro dell’attenzione è la chiave per avviare il processo di miglioramento, e occorre entrare in empatia con persone di differenti background.
Il modello di San Benedetto è lean, green e digital. I tre pilastri su cui si basa l’operation excellence sono infatti l’efficienza economica della gestione dei processi, la sostenibilità ambientale e sociale, e la digital transformation, che costituisce sempre più un asset per innovare e creare vantaggio competitivo.
Stimoliamo i dipartimenti dell’azienda ad alzare sempre l’asticella, a prevedere un miglioramento delle prestazioni che non ha mai fine: il cambiamento significa evoluzione continua, nella direzione che i nostri clienti ci richiedono.
Io credo molto nello sviluppo: per me, una delle opportunità più belle che si possono offrire alle persone è quella di cambiare. Se riusciamo a coinvolgere tutti e instillare questo mindset, possiamo riscrivere i nostri processi e ridisegnare la nostra azienda.
La sfida è superare la resistenza, la tendenza delle persone a mantenere la propria routine. Il vantaggio del metodo Kaizen è che dà la possibilità a tutti di segnalare le opportunità per cambiare le cose: da questo derivano l’efficienza per l’azienda, un miglior servizio per i clienti, e la soddisfazione delle persone. Chiunque abbia un’idea per creare qualcosa può portare un valore aggiunto per l’azienda.
Il nostro obiettivo futuro è quello di rendere Kaizen una cultura che permea tutta la struttura, e diffondere le nostre competenze all’interno di tutti i dipartimenti. L’integrazione con l’area IT dell’azienda è un altro punto importante per supportare la transizione verso la digital transformation e le relative sfide di change management. Credo che, in futuro, il ruolo del Kaizen Manager si dovrà integrare con le Risorse Umane: oltre alla competenza tecnica e all’attitudine alla personal excellence, sono sempre più rilevanti le soft skills. Il Kaizen Manager potrebbe diventare un “coach aziendale”. Kaizen è per 1/3 tecnica, mentre per i restanti 2/3 sono le persone e il loro mindset a fare la differenza.
Per quanto riguarda me, il mio stile di vita e di lavoro… cerco di essere ogni giorno più Kaizen! Il miglioramento passa anche dal lavoro che facciamo su noi stessi!